Chi Siamo

 
 
"La stampa nazionale crede che le Assise siano un movimento quasi politico, tipo 68. Per carità. Le Assise del mezzogiorno sono centri di tenuta civile, così come l’Istituto Italiano per gli Studi Storici e l’Istituto italiano per gli Studi Filosofici. Sono Assise che studiano l’agricoltura, la diossina, le scienze. Servono a questo". Gerardo Marotta. Dall’intervista all’ "l'Unità " del 21 maggio 2008, p. 3
Testo dell'intervista rilasciata al quotidiano l'Unità dall'Avvocato Gerardo Marotta mercoledì 21 maggio 2007 (scarica il file in formato PDF

 
 

"Le Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d’Italia sono una libera accademia fondata da un’assemblea di cittadini, col fine di creare un centro permanente di formazione, di ricerca e di aggiornamento scientifico sulle condizioni e i problemi della società civile, dell’ambiente,  dell’urbanistica e della salute del popolo" ...CFR manifesto delle Assise.

Per poter operare, per organizzare gli incontri, che hanno cadenza settimanale, per mantenere contatti con chi segnala problemi e situazioni da approfondire, alcune persone, offrono volontariamente il loro tempo, la loro esperienza e la loro professionalità e si sono organizzate costituendo:

Un comitato scientifico, un comitato di segreteria, un comitato dei difensori civici di estrazione popolare, un sito: http ://www.napoliassise.it ed un giornale: il "Bollettino delle Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia",   il primo creato per rispondere al meglio all’esigenza di verifica scientifica delle tesi sostenute; il secondo per stabilire un reale collegamento fra i grandi centri urbani e l’entroterra campano, sfruttando anche la forte rappresentatività di associazioni e comitati che operano sul territorio accomunati dagli stessi scopi; il terzo per promuovere azioni e denunce a tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente, il quarto ed il quinto per diffondere i contenuti degli argomenti trattati ne corso delle Assise. Queste strutture sono aperte al contributo di tutti coloro che pensano di offrire volontariamente e gratuitamente le loro competenze ed il loro tempo per partecipare al lavoro che le Assise portano avanti da tre anni e più.

Il comitato scientifico delle Assise -

Presidente  onorario: Gerardo Marotta,
Presidente: Giuseppe Comella. Coordinatore: Francesco de Notaris. Segretario generale: Francesco Iannello,
 
Comitato scientifico: Edoardo Benassai,  Ernesto Burgio, Luigi Cammarota, Riccardo Caniparoli, Nicola Capone, Lorenzo D'Albora, Aldo De Chiara, Mario de Cunzo, Valeria de Lorenzo, Maria Lidia De Luca, Giovan Battista de’Medici†, Benedetto De Vivo, Guido Donatone,
 Vincenzo Galgano,  Patrizia Gentilini, Umberto Giani, Carlo Iannello, Francesco Iannello,  Fortuna Longobardi, Alberto Lucarelli, Antonia Manca, Antonio Marfella, Sergio Marotta, Gerardo Mazziotti, Franco Ortolani, Giulio Pane, Lucio Pirillo, Raffaele Raimondi†, Aldo Loris Rossi, Antonio Salzano, Titti Tidone.
 

TRIANGOLO DEI VELENI (MARIGLIANO-ACERRA-NOLA): MARIGLIANO -

Nunzia Lombardi, direttrice della “fattoria sociale Isca delle donne di Pratola Serra

(Av)” e presidente del “Comitato per la tutela del diritto alla salute di Marigliano”

ACERRA -Virginia Pretellese, architetto, “Comitato donne del 29 agosto” di Acerra

NOLA - Gennaro Allocca, avvocato, “Comitato Asso Campania Felix”

(Coordinamento di comitati che riunisce 20 sigle ed edita “Tablò” )

AREA NAPOLI NORD (GIUGLIANO-VILLARICCA-QUALIANO) - Tanjo

Gioino, ingegnere, “Comitato emergenza rifiuti Giugliano”

CASERTA - Giuseppe Messina, agronomo, “Comitato emergenza rifiuti Caserta”

PROVINCIA DI SALERNO e PIANA DEL SELE - Debora Chiavillo, avvocato,

“Comitato Serre per la vita” e Gaetano de Simone, perito industriale, presidente del

“Comitato rifiuti zero “Carmine Iuorio””

BENEVENTO e PROVINCIA: Serena Romano, giornalista e scrittrice, presidente

“Coordinamento comitati delle contrade beneventane”

L’Assise, inoltre, sostiene e partecipa alle iniziative Rete Nazionale Rifiuti Zero e fa

parte della Rete dei Comitati Campani a difesa dell’ambiente e della salute: in

particolare, del Comitato civico “Allarme Rifiuti Tossici”

http://www.allarmerifiutitossici.org/, promosso da Padre Alex Zanotelli cui

aderiscono le seguenti associazioni:

Amici di Beppe Grillo di Napoli

Sito: http://www.amicidibeppegrillonapoli.it

Blog: http://beppegrillo.meetup.com/10/

Le Colline di Rame

Comitato per la tutela della salute e dell'ambiente-Marigliano

email: difendilasalute@tiscali.it .

Greenpeace Napoli

Sito: http://www.greenpeace.it/local/napoli/

Manitese Napoli

Sito: http://www.manitese.it/index.php?napoli

PeaceLink - Nodo regionale della Campania

Sito: http://campania.peacelink.net

Rete Rione Sanità

Rete Campana Salute e Ambiente

Società di studi politici

Fondata nel 1924 da Benedetto Croce, abolita dal fascismo, rifondata nel 2004

Sito: http://www.studipolitici.it/

WWF Campania

Sito: http://www.wwf.it/Campania

 

Sintesi dei principali temi toccati ultimamente dalle Assise

Privatizzazione dell’acqua (vai alle pubblicazione curata dalle Assise)

Per contrastare il tentativo dell’Amministrazione comunale di Napoli della privatizzazione dell’acqua da parte di multinazionali, le Assise hanno dimostrato che utilizzare una società per azioni - sottoposta per legge a regole e controlli di diritto privato - per la gestione di un bene comune come l’acqua, equivale a privatizzarla. Risultato: con il contributo e le proteste di numerose associazioni e comitati di cittadini, si è ottenuto il ritiro della delibera comunale di privatizzazione .

Allarme ambientale e sanitario: i rifiuti in Campania (vai alle pubblicazione curata dalle Assise)

Tredici anni di emergenza rifiuti non sono stati altro che una copertura mediatica alla vera emergenza: l’occultamento delle prove del più grave reato ambientale degli ultimi decenni le cui prime conseguenze sono la drammatica situazione sanitaria e ambientale. In particolare, l’aumento incontrollato dell’incidenza di tumori, malformazioni congenite, aborti spontanei e numerose altre gravi patologie. Da almeno due decenni, infatti, com’è accertato dalla magistratura e dalle commissioni d’inchiesta parlamentari, sono stati sversati in Campania rifiuti industriali e radioattivi provenienti da tutt’Europa - e soprattutto dalle imprese del Nord Italia - provocando un disastro ecologico che richiederebbe l’immediato intervento di tutte le istituzioni sia per l’arresto del traffico criminale dei rifiuti, sia per la bonifica del territorio. Al contrario, un’emergenza di tali dimensioni – si pensi che in alcune zone della Campania il livello di diossina è dieci volte superiore a quello raggiunto a Seveso nel 1977 quando fu ordinata l’evacuazione della popolazione – si è taciuta all’opinione pubblica volutamente “disinformata” sulla sola emergenza di cui si parla sui media ma che è la meno grave: cioè l’accumulo di rifiuti urbani per le strade delle città. Situazione destinata ad aggravarsi per effetto della costruzione dell’inceneritore di Acerra, iniziata dalla FIBE (la stessa società che ha gestito l’emergenza rifiuti in Campania e responsabile del suo perdurare) senza valutazione di impatto ambientale in una zona che, in quanto agricola, per legge è inidonea a ospitare impianti del genere e, in quanto già gravemente inquinata da rifiuti tossici, dovrebbe essere oggetto di immediata bonifica e non ospitare nuovi agenti inquinanti come inceneritori e discariche. Per far fronte a tale emergenza l’Assise ha pubblicato a proprie spese sui maggiori quotidiani e presentato all’Associazione della Stampa Estera - insieme alla rete di associazioni e comitati cittadini di cui fa parte - un manifesto-appello all’Europa , in cui oltre a denunciare lo stato delle cose vengono presentate circostanziate richieste per uscire dall’emergenza e recuperare dignità civile e morale. Risultato: per ora si è ottenuto l’avvio del monitoraggio delle sostanze tossiche nell’uomo e non solo sulla matrice ambientale, la costituzione del registro tumori a Caserta, l’avvio del progetto di rilevazione satellitare S.I.T.A. per il controllo del territorio, la presentazione da parte del Commissariato di Governo di un rapporto sulla relazione tra il trattamento dei rifiuti e l’impatto sulla salute umana (http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/rischinucleare/ Sintesi_dei_risultati_e_indicazioni_preliminari.pdf) in cui viene ammesso ciò che l’Assise denunciava da più di un anno. Inoltre è stata inoltrata alla Procura della Repubblica una denuncia verso il Commissario di Governo per disastro ambientale colposo.

Bagnoli, centro storico e Napoli Est (vai alle pubblicazione curata dalle Assise)

Napoli Est, zona ad elevato rischio ambientale, la cui riqualificazione sembra divenire ogni giorno più improbabile; il centro storico, ancora in condizioni di spaventoso degrado, nonostante l’inserimento nella lista UNESCO dei beni Patrimonio dell’Umanità; Bagnoli, uno degli elementi della «tragedia politico-amministrativa» messa in scena in questi anni dalla classe dirigente campana. Sia Bagnoli che la zona orientale sono aree devastate da decenni d’inquinamento industriale (a Bagnoli si produceva amianto oltre che acciaio e cemento), dichiarate “ad alto rischio ambientale” da leggi dello Stato (legge n. 582/1996, per Bagnoli e legge n. 426/1998 per Napoli Est) che ne ordinano l’immediata bonifica. Ma a distanza di dieci anni nessuna bonifica è stata operata, le leggi sono state ignorate, e i progetti in corso mirano ad aumentare il degrado ambientale. Nella zona orientale, per esempio, gli abitanti di San Giovanni a Teduccio, costituitisi in comitato civico, sono da mesi in rivolta contro la costruzione di una nuova centrale a turbogas, nell’area della preesistente centrale elettrica “dismessa” proprio per il grave inquinamento dell’area e dove, in base agli indirizzi di pianificazione urbanistica del Comune, sarebbe dovuta partire la bonifica creando uno spazio per ospitare una “città della musica”, attrezzature culturali e sociali. Quanto a Bagnoli, la posizione delle Assise - già intervenute nel 1991 minacciando l’occupazione della spiaggia di Coroglio per sventare il progetto di un grande porto turistico - è chiara: il rispetto del vincolo paesistico sull’area – redatto nel 1996 da Antonio Iannello per la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici e ripubblicato due anni fa dalla Fondazione “Biblioteca Benedetto Croce” – che prevede la restituzione dei luoghi di altissimo valore paesaggistico, alla loro “naturale vocazione” naturalistica, termale e balneare - dopo la disastrosa scelta di Bagnoli un’area industriale – creando quel parco urbano di cui una città come Napoli, assediata dal cemento, ha disperato bisogno. “Ma incredibilmente, il parco urbano è giudicato dagli amministratori napoletani “improduttivo”: mentre Ferrara cittadina di 100.000 abitanti considera una risorsa importante il suo parco di 1.200 ettari, Napoli, con 1.000.000 di abitanti è considerata dai suoi governanti una città da terzo mondo che non può permettersi di mantenere un parco di 120 ettari, e in cui si è “costretti” a sacrificare la salute, l’ambiente, il paesaggio - principi fondamentali tutelati dagli articoli 2, 9 e 32 della Costituzione – per false e pretestuose opportunità di sviluppo dietro le quali si nascondono solo mire speculative di un pool di politici e privati”. Così ha denunciato l’Assise che per ora ha ottenuto almeno la decisione di rimuovere la colmata a mare.

 

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